venerdì 29 febbraio 2008


DANNI IATROGENI da FARMACI
( dal mio libro “L’ACQUA IN GRAVIDANZA E PARTO” )
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Parimenti, proprio a proposito di questi riconoscimenti, penso che il fine ultimo di quanti praticano una Medicina Alternativa non debba essere questo, non debba essere il continuo affannarsi a dimostrare la validità “scientifica” dei metodi usati, a misurare, quantificare e sciorinare dati e percentuali di successo: in larga parte queste dimostrazioni ci sono, dall’Agopuntura allo Shiatsu e al Watsu, dalla Floriterapia alla Musicoterapia, dall’Aromaterapia alla Cromoterapia, dai Sali di Schüssler all’Ippoterapia, per non parlare dell’Omeopatia, le cui basi scientifiche sono state dimostrate a partire dal 1951, ma ( dal momento che “non c’è più sordo di chi non vuol sentire, né più cieco di chi non vuol vedere …o più ciuco di chi non vuol capire”), tali prove continueranno ad essere sempre troppo poche da parte di quegli scettici che oltretutto non si prenderanno mai la briga di studiare onestamente e senza preconcetti anche solo uno di questi lavori. Perché, dunque, affannarsi e dannarsi nella ricerca di una “legittimazione”, di una “ufficializzazione” che nulla toglie all’interesse primario che era, resta e deve restare l’assistito, il paziente, l’oggetto delle nostre cure? A mio modesto avviso dovremmo invece fare ogni sforzo, al contrario, per uscire da quella sorta di complesso di inferiorità che altri cercano costantemente di buttarci addosso, complesso di inferiorità a motivo del quale siamo spesso messi psicologicamente in condizione di doverci quasi giustificare con colleghi e pazienti per le nostre scelte terapeutiche. E’ importante, lo ripeto, che queste vengano fatte nel totale rispetto delle regole etiche e deontologiche, ma - rispettati questi codici - dobbiamo essere assolutamente orgogliosi di esercitare la professione medica con le dolci armi delle Medicine Alternative che abbiamo deciso di adottare. E’ importante dunque che siamo convinti della validità e della bontà delle metodiche che danno sollievo ai pazienti, e di conseguenza gratificazioni importanti a noi terapeuti, tutte le volte che siamo in grado di curare senza fare uso o abuso di farmaci chimici tossici e pericolosi o di metodiche invasive e cruente, ma semplicemente cercando le “chiavi” per riequilibrare un organismo in maniera naturale, senza creare ulteriori e magari più pericolosi squilibri. Credo fermamente che il tempo mi darà ragione, e che purtroppo la Medicina Occidentale dell’ultimo secolo, al di là - ovviamente - di scoperte e progressi di importanza fondamentale per la salute, e soprattutto di enormi progressi tecnologici che hanno portato alla possibilità di effettuare diagnosi e trattamenti strumentali di eccezionale grandezza, tra cent’anni sarà ricordata dal punto di vista strettamente “medico” anche come un secolo di “ANTI-MEDICINA”, di Medicina che ha creato tantissime, troppe patologie “iatrogene” ( ovvero legate ad abuso di farmaci sintetici ), dal momento che questo abuso inizia in età pediatrica e si protrae e peggiora nel tempo: troppi medici hanno o una fiducia eccessiva nei farmaci e/o una scarsissima paura di controindicazioni ed effetti collaterali. Tanto per fare un esempio, si assiste sempre più spesso alla somministrazione di cortisone, che è un immunosoppressore, in caso di infezioni, magari associato ad antibiotici, specie nei bambini, quando tutti sanno ( e le stesse case produttrici lo evidenziano tra le “controindicazioni” ) che non va somministrato in questi casi: l’ovvia conseguenza è che andiamo a bloccare o rendere meno efficace la risposta immunitaria fisiologica del soggetto, che di tutto avrebbe bisogno meno che di un ostacolo del genere all’azione del suo sistema immunitario! Somministriamo antibiotici, cortisonici, antipiretici, antistaminici, antiipertensivi, antiglicemici, antilipemici, psicofarmaci, antiulcera, antitiroidei, statine e quant’altro “a fiumi” ed in maniera molto spesso immotivata. Non molti sanno che grosse percentuali di questi farmaci ( ad es., il 17-18% per gli Antibiotici ) non vengono mai del tutto espulse dall’organismo, o vi restano, immagazzinati soprattutto nel fegato e nel mesenchima, per tempi lunghissimi. Se a ciò si aggiunge l’enorme carico di sostanze tossiche ed inquinanti che assumiamo o respiriamo dall’ambiente ( ormoni, additivi, conservanti, coloranti, anticrittogamici, pesticidi, metalli pesanti, polveri fini e gas tossici ) ben si comprende come le patologie degenerative siano, ahinoi, in costante aumento nonostante il ( presunto ? ) miglioramento delle nostre capacità terapeutiche.
Per chiarire ancora meglio il concetto: credo che vi siano stati degli sbalorditivi e per certi versi inattesi progressi soprattutto nel campo tecnico della diagnostica ( basti pensare ai Raggi X, alla Ecografia, alla TAC, alla Risonanza Magnetica, alla PET, agli ultramicroscopi, alle Endoscopie e quant’altro ) e della possibilità di terapie fisiche ( Marconiterapia, Elettrojonoforesi, Litotritore…) e chirurgiche ( tra le quali citiamo per tutte la possibilità di intervenire con il Laser e di effettuare addirittura degli interventi a distanza tramite l’aiuto della Cibernetica e della Robotica… ). Parimenti, però, credo che nel campo della capacità clinica e della Semeiotica personale ( intesa come formazione personale del medico che sappia basarsi di più e meglio sulla interpretazione di segni e sintomi del paziente, in un certo senso a prescindere da esami laboratoristici e strumentali ) non solo non si siano fatti progressi, ma addirittura si siano fatti dei grandi passi indietro.
L’oggetto delle nostre cure, grazie anche a tutte queste Specializzazioni e Superspecializzazioni, viene ( mi si perdoni il termine ) “parcellizzato”, analizzato da decine di specialisti diversi, ciascuno dei quali si interessa esclusivamente di un suo organo o di un solo suo aspetto, perdendo di vista o non considerando affatto non solo la imprescindibile unitarietà psicofisica della persona ma, forse, neanche la sola unitarietà fisica, agendo esattamente al contrario non solo rispetto alla MTC, ma anche rispetto ai buoni dettami della Medicina Occidentale per come questa veniva attuata dai vecchi Medici Condotti fino agli anni ’50. La gente che torna verso chi pratica la Medicina Naturale lo fa spesso anche per questo motivo, dal momento che - oltre a mille altre considerazioni - è stufa di farsi visitare da dieci medici diversi che mai si interessano globalmente alla sua persona e troppo spesso non concede che pochissimi minuti all’ascolto per cercare di entrare in empatia con loro e cercare di capire davvero quali siano i suoi problemi. Delegare tutto agli esami laboratoristici e strumentali ed ai farmaci per la terapia non mi pare un buon servizio reso al paziente, né un motivo di crescita professionale per il medico. Spesso, oltretutto, sempre più spesso, vi sono pazienti che prendono anche più di cinque o dieci farmaci diversi, e - dal momento che non è facile comprendere quali reazioni vi siano nell’organismo già tra soli due farmaci - credo che nessuno possa davvero sapere cosa avviene nel suo organismo con questi micidiali cocktails. ( … )

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